GLI STUDI AEMME VANTANO UNA SERIE DI CLIENTI TRA I BIG DELLA SCENA ITALIANA, E TI ACCOGLIEREMO CON LA STESSA INTENSITÀ E PASSIONE CHE METTIAMO NEI LORO PROGETTI, LA STESSA CHE ANCHE TU METTI NELLA TUA MUSICA
Quando si parla di basse frequenze devi essere sicuro di quello che stai ascoltando e per questo motivo ora parliamo un attimo dei monitor. Le basse e le alte frequenze come ci insegnano i grafici di Fletcher & Munson sono meno percettibili all’orecchio umano rispetto alle frequenze medie. Quindi per il nostro orecchio in una situazione ottimale è già difficile percepire al meglio questo range di frequenze. La prima cosa da fare è assicurarsi che quando andiamo a trattarle il volume di ascolto sia quello giusto, infatti, man mano che alziamo il volume il nostro ascolto diventa sempre più lineare. Il volume consigliato è di 80 dBspl e lo potete calcolare con una app sul telefono o con un misuratore di pressione sonora se volete essere più professionali. Un altro aspetto importante da affrontare è la stanza in cui ci si trova perché potrebbe causare dei boost e dei cut che non rendono lineare il tuo ascolto. Se hai la possibilità progetta il tuo studio con un tecnico specializzato. In caso contrario utilizza un paio di cuffie valide per evitare che il problema sopracitato non rovini il tuo ascolto. Ricordati però che delle buone cuffie non sostituiscono un impianto con casse monitor professionali.
Prima di andare a parlare degli strumenti cardini di queste frequenze partiamo da chi potrebbe dare fastidio, ovvero tutto il resto. Prima di iniziare un mix e se possibile già in fase di produzione fai in modo che gli strumenti che non hanno la necessità di avere delle basse frequenze vengano equalizzai nel modo corretto. Per far ciò tieni tutti i canali aperti, fai andare il mix e nel mentre utilizza un filtro passa low cut cercando lo “sweet spot” che è il compromesso tra un suono non snaturato e l’eliminazione delle basse frequenze indesiderate. Esegui questo metodo per tutti gli strumenti e noterai subito che si è liberato del posto utile al prossimo passo: il mix del kick e del basso.
Un altro accorgimento che puoi adottare già in fase di produzione o in post-produzione è la scelta dei suoni kick e 808. Nel primo caso bisogna fare subito attenzione a che suoni unisci e se si sposano bene insieme. Una scelta corretta eviterà di perdere tempo successivamente, soprattutto quando ci sono più layers, per ristabilire un rapporto armonioso tra i due elementi. Anche se sembra impossibile anche in fase di post-produzione puoi risolvere una situazione difficile con la sostituzione del kick. Esistono dei plugins che analizzano la tua traccia di kick, rivelano la sua posizione e ti permettono di sostituirlo. Questo metodo è macchinoso e deve essere utilizzato quando la situazione è già compromessa.
Quando kick e 808 suonano bene separatamente, ma non insieme, vuol dire che le loro fondamentali si stanno scontrando. Per migliorare questa situazione, riconosci quali sono le fondamentali di entrambi con un EQ e dopo averle individuate fai un CUT sulla fondamentale del kick, se stai trattando l’808, e viceversa per non sovrapporle. Inoltre se sono presenti più layers di kick o di 808 è importante controllare la fase. Se i sample hanno dei piccoli ritardi tra di loro può succedere che sparisca il corpo di uno o di entrambi gli strumenti. Per sistemare questo problema puoi girare la fase di uno dei due elementi per capire se sta avvenendo un cancellamento di fase fastidioso o sono già in fase. Se i due strumenti sono in fase e suonano ancora male il problema proviene da una produzione incorretta.
Il low end è complicato da gestire come abbiamo visto, ma tramite alcuni accorgimenti può essere trattato senza perdere la testa. Prova ad utilizzare una compressione in parallelo! Quando si parla di basse frequenze bisogna stare molto attenti con la compressione. Quindi per ovviare a questo problema puoi creare un gruppo con kick e basso utilizzando una compressione parallela. Se volessi ottenere un suono più “punchy” nel low end potresti settare questa compressione con una release lenta dosandola seguendo ciò che ti dice il tuo orecchio.
Inoltre un altro aspetto fondamentale che bisogna affrontare è la saturazione. Questo tipo intervento può aiutarti nella percezione di questo range di frequenze permettendo alle basse di uscire anche su piccoli speaker o di acquisire il calore di una macchina analogica. Ci sono diversi modi in cui si può saturare e ad esempio uno di questi è quello di saturare solo una parte delle frequenze. Puoi utilizzare una saturazione in parallelo usando un’ausiliaria inserendo prima del saturatore un equalizzatore con il quale puoi selezionare le frequenze che vuoi trattare. Ci sono sul mercato dei plugin che ti permettono di fare questa operazione senza dover creare altre tracce e possono risultare comodi quando si vuole essere più ordinati e veloci in fase di mix.
Se proverai a seguire il metodo e i ragionamenti che abbiamo affrontato vedrai che la gestione delle basse diventerà un processo più semplice e veloce!
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